Si tratta di PARASSITI dannosi sia per i cani che per l'uomo, in molte regioni con climi mediterranei, subtropicali o tropicali.
Come le zanzare, anche i pappataci si attivano esclusivamente col crepuscolo e solo le femmine sono ematofaghe. Trascorrono la giornata in spazi freschi, ombreggiati e ben aerati, come nelle fenditure dei muri, cantine, soffitte, tane e cucce, mentre nelle ore serali e notturne pungono indistintamente uomini e animali a sangue caldo.
Spesso è difficile individuarli: oltre ad agire al buio, i pappataci pungono silenziosamente, senza emettere sibili o ronzii che potrebbero preannunciarne l'arrivo.
il ciclo di vita dei flebotomi
Le uova dei flebotomi o pappataci si schiudono dopo circa 10-20 giorni, generando 4 stadi larvali vermiformi. In base alle condizioni climatiche, alimentari e di specie, le larve in 10-20 giorni possono divenire pupe che origineranno la nuova generazione di flebotomi. In Italia il periodo ideale per l’attività dei flebotomi è da maggio a inizio/metà ottobre.
COME DISTINGUERE UNA PUNTURA DI PAPPATACIO
Attraverso il morso, i pappataci liberano una particolare sostanza che stimola il rilascio di istamina e attiva il sistema immunitario. La zona interessata dalle punture di pappataci può quindi presentarsi arrossata, pruriginosa e affetta da eruzioni cutanee o rigonfiamenti.
Talvolta, le punture di pappataci possono avere conseguenze più gravi. È quanto avviene, ad esempio nei soggetti allergici, che possono sperimentare reazioni estese o sistemiche. Fortunatamente, i casi di shock anafilattico sono molto rari.
CAUSE DELLE PUNTURE DEI PAPPATACI SUL CANE
I pappataci pungono per necessità, perché hanno bisogno di particolari proteine contenute nel sangue per deporre le uova e proseguire il loro ciclo vitale.
Una volta compiuto il pasto di sangue, le femmine possono deporre dalle 20 alle 70 uova che, in 1-2 settimane, si schiuderanno, lasciando spazio alle larve. Nel giro di circa due mesi, queste diventeranno esemplari adulti e, se femmine, avranno bisogno di un nuovo ospite a sangue caldo.
I cani sono particolarmente invitanti per i pappataci: frequentano anch'essi spazi aperti e, spesso, stazionano fuori casa anche nelle ore notturne.
PREVENZIONE E TRATTAMENTO
Come proteggere il cane dal Flebotomo (Pappatacio), vettore di leishmaniosi?
Il miglior rimedio alle punture di pappataci è la prevenzione. A tal proposito, è bene ricordare l'avversione che questi insetti nutrono per la luce: per limitarne l'azione, l'ideale è aerare quotidianamente i locali, esponendoli quanto più possibile ai raggi del sole, che per i pappataci fungono da deterrente.
Un'ulteriore accortezza consiste nell'evitare i ristagni idrici (attenzione, ad esempio, all'acqua che resta nei sottovasi) e l'accumulo di detriti organici, che, per i pappataci, rappresentano gli habitat perfetti in cui riprodursi.
Altre strategie contro le punture di pappataci consistono nel:
- limitare le passeggiate serali o notturne del cane;
- permettere all'animale di dormire dentro casa, soprattutto in estate e se si vive in zone endemiche;
- prestare particolare cura e attenzione alla cuccia del cane;
- utilizzare sull'animale prodotti repellenti specifici, rispettando la corretta frequenza di applicazione.
Quando il cane vive in un’area endemica per la LEISHMANIOSI o vi si reca e nel periodo di attività dei flebotomi (maggio-ottobre), è raccomandato dai veterinari proteggere il cane utilizzando un prodotto che agisca, oltre che contro PULCI e ZECCHE, anche contro i flebotomi o pappataci.
È consigliato che l’azione contro i flebotomi o pappataci sia repellente (anti-feeding) e insetticida. Infatti, quando un cane trattato con un prodotto repellente e insetticida è esposto ai flebotomi, questi non compiono il pasto di sangue sul cane (azione repellente) e sono rapidamente eliminati (azione insetticida), non andando quindi a pungere altri cani e riducendo il rischio di diffusione della LEISHMANIOSI.
La terapia prevede l'utilizzo di farmaci leishmanicidi per il controllo dell'infestazione protozoaria (terapia specifica) unitamente al controllo della sintomatologia clinica (terapia sintomatica). Particolarmente importante risulta essere inoltre la terapia specifica renale per il controllo della glomerulonefrite e la prevenzione dell'insufficienza renale.
Per la terapia, così come per la diagnosi, è indispensabile rivolgersi esclusivamente al proprio medico veterinario.
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