COSA SONO I PAPPATACI
I pappataci, detti anche flebotomi, sono insetti simili alle zanzare, ma di dimensioni più ridotte: la loro lunghezza, che al massimo si aggira sui 3-4 millimetri, corrisponde all'incirca a 1/3 di quella della zanzara. Di un colore che varia dal grigio al giallo paglierino, hanno zampe sottili e sono ricoperti da una leggera peluria su tutto il corpo.
Diffusi nei Paesi tropicali, subtropicali e nel bacino del Mediterraneo, prediligono le aree pianeggianti e collinari a clima caldo-umido. Alle nostre latitudini sono particolarmente attivi nel periodo che va da maggio a ottobre, ma, a causa dei recenti cambiamenti climatici, li si può ritrovare anche in altre stagioni. Anche il loro habitat si è esteso e comprende oggi territori che, fino a qualche anno fa, non erano stati colonizzati.
Come le zanzare, anche i pappataci si attivano esclusivamente col crepuscolo e solo le femmine sono ematofaghe. Trascorrono la giornata in spazi freschi, ombreggiati e ben aerati, ad esempio fenditure dei muri, cantine, soffitte, tane e cucce; nelle ore serali e notturne pungono indistintamente uomini e animali a sangue caldo. Spesso è difficile individuarli: oltre ad agire al buio, i pappataci pungono silenziosamente, senza emettere sibili o ronzii che potrebbero preannunciarne l'arrivo.
COME DISTINGUERE UNA PUNTURA DI PAPPATACIO
Attraverso il morso, i pappataci liberano una particolare sostanza, che stimola il rilascio di istamina e attiva il sistema immunitario. La zona interessata dalle punture di pappataci può quindi presentarsi:
- arrossata
- pruriginosa
- affetta da eruzioni cutanee o rigonfiamenti.
Talvolta, le punture di pappataci possono avere conseguenze più gravi. È quanto avviene, ad esempio nei soggetti allergici, che possono sperimentare reazioni estese o sistemiche. Fortunatamente, i casi di shock anafilattico sono molto rari.
CAUSE DELLE PUNTURE DEI PAPPATACI SUL CANE
I pappataci pungono per necessità. Hanno infatti bisogno di particolari proteine contenute nel sangue per deporre le uova e proseguire il loro ciclo vitale.
Una volta compiuto il pasto di sangue, le femmine possono deporre dalle 20 alle 70 uova che, in 1-2 settimane, si schiuderanno, lasciando spazio alle larve. Nel giro di circa due mesi, queste diventeranno esemplari adulti e, se femmine, avranno bisogno di un nuovo ospite a sangue caldo.
I cani sono particolarmente invitanti per i pappataci: frequentano anch'essi spazi aperti e, spesso, stazionano fuori casa anche nelle ore notturne.
RIMEDI E TRATTAMENTO ALLE PUNTURE DI PAPPATACI SUL CANE
Il miglior rimedio alle punture di pappataci è la prevenzione. A tal proposito, è bene ricordare l'avversione che questi insetti nutrono per la luce: per limitarne l'azione, l'ideale è aerare quotidianamente i locali, esponendoli quanto più possibile ai raggi del sole, che per i pappataci fungono da deterrente. Un'ulteriore accortezza consiste nell'evitare i ristagni idrici (attenzione, ad esempio, all'acqua che resta nei sottovasi) e l'accumulo di detriti organici, che, per i pappataci, rappresentano gli habitat perfetti in cui riprodursi.
Altre strategie contro le punture di pappataci consistono nel:
- Limitare le passeggiate serali o notturne del cane;
- Permettere all'animale di dormire dentro casa, soprattutto in estate e se si vive in zone endemiche;
- Prestare particolare cura e attenzione alla cuccia del cane;
- Utilizzare sull'animale prodotti repellenti specifici, rispettando la corretta frequenza di applicazione.
Se i pappataci hanno già morso il cane, si può cercare di lenire il fastidio provocato dalla puntura ricorrendo a pomate a base di antistaminici o a rimedi casalinghi appropriati, come l'applicazione di olio di neem, tea tree oil o gel di aloe vera. Occorre comunque fare attenzione: sostanze innocue per l'essere umano possono invece rivelarsi dannose per il nostro amico a quattro zampe. In caso di dubbi, è sempre buona norma consultare il veterinario.
I pappataci sono vettori di diverse malattie infettive, prima tra tutte la leishmaniosi: una patologia grave e difficile da gestire, spesso fatale. Fortunatamente, è possibile prevenirla. La strategia più efficace consiste nel rispettare alcune semplici norme comportamentali e nell'adozione di una profilassi antiparassitaria adeguata.
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